La documentazione è stata messa a disposizione dalla Associazione Italia Nostra Onlus sezione di Trieste e dall’Autorità Portuale di Trieste
La Centrale Idrodinamica realizzata nel 1890, è l’edificio di maggior valore tecnologico del porto vecchio perché conserva preziose macchine per la distribuzione dell’energia idrodinamica nel porto. Quello di Trieste fu uno dei primi porti al mondo, assieme ad Amburgo, Buenos Aries, Calcutta e Genova, a dotarsi di una di una Centrale Idrodinamica. L’acqua sotto pressione, prodotta dalla centrale, veniva distribuita in tutto il porto attraverso 6.500 metri di condotte sotterranee, andando ad alimentare direttamente le gru da banchina, da capannone e i montacarichi. L’impianto era costituito da una batteria di 10 caldaie Lancashire tipo Cornovaglia. da 4 macchine generatrici di pressione costruite dalla Breitfeld Danek & comp. Prag-Karolinenthal e da una pompa ausiliaria. Grazie all’intervento di restauro la Centrale Idrodinamica è diventata museo di se stessa assieme alla Sottosezione elettrica di riconversione.
Autorità Portuale di Trieste, Sopraintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio del Friuli Venezia Giulia, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Favero &Milan Ingenieria S.p.A.
Giovanni Damiani Architetto
Favero & Milan Ingenieria S.p.A.
Giovanni Damiani Architetto
Ing. Tullio Tassi
Doctor Group S.p.A. Fiel Fornasier Impianti S.p.A.
Per il necessario ampliamento della già esistente Sottostazione nel complesso della Centrale Idrodinamica nel 1913 fu costruita accanto alla Centrale , e ad essa collegata, la Sottostazione elettrica di conversione. Questo edificio speciale si distingue stilisticamente dalle altre costruzioni del Porto Vecchio poiché costruito su disegno dell’architetto Zaninovich, come i varchi del muro di cinta, la Casa degli operai, l’ormai demolita espositura doganale sul molo della Sanita e la Locanda Piccola. All’interno dell’edificio la sala dei trasformatori, le gallerie protette, le scale, le guide per gli argani, le apparecchiature elettriche, le disposizione degli arredi e le vetrinette divisorie confermano ancora oggi la dignità e il prestigio di quell’architettura industriale.
Autorità Portuale di Trieste
Ufficio Tecnico dell’Autorità Portuale di Trieste
Favero &Milan Ingenieria S.p.A.
Giovanni Damiani Architetto
Ing. Tullio Tassi
Riccesi S.p.A.
Il Magazzino 26 è il più grande di tutti i magazzini realizzati nell’area del Porto vecchio, con una superficie di 30.000 mq. e una lunghezza di 244 metri. L’edificio è diviso in dodici settori principali e si articola su cinque livelli: un piano sotterraneo ad uso cantina, un pian terreno e tre piani superiori. La pianta è rettangolare ed è composta da autonomi corpi di fabbrica intercalati da balconate coperte (gallerie).
Il Magazzino 26 racchiude in sè tutto il fascino della location post-industriale : mattoni a vista, pavimenti in legno o cemento, travi in ferro, putrelle e colonne in ghisa con capitelli corinzi.
Il progetto di restauro e rifunzionalizzazione lo ha reso una location adatta per convention, serate di gala, sfilate di moda, concerti, produzioni televisive, eventi fieristici, spot pubblicitari, mostre d’arte. In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il Magazzino 26 è stato scelto da Vittorio Sgarbi per ospitare il Padiglione Friuli Venezia Giulia della 54a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
Magazzino 26 from fablab on Vimeo.
Autorità Portuale di Trieste
arch. Rossella Gerbini
Ing. Paolo Portoghesi
Maltauro S.p.A. e Rizzani de Eccher S.p.A.